Antonio Trevisi (#M5S) REPLICA A TAP: “AMMETTE IMPLICITAMENTE CHE LA VIA È BASATA SU DATI ERRATI”
In seguito alla nostra segnalazione (leggi qui:https://goo.gl/pljP4o) al ministro De Vincenti nella quale ribadivamo che la procedura di selezione che ha individuato in San Foca il luogo di approdo migliore per il TAP dal punto di vista ambientale, si è basata su di un’errata cartografia dell’area protetta Sic che non ha tenuto conto correttamente della presenza della Posidonia Oceanica, è arrivata una risposta direttamente dalla multinazionale TAP.
Verrebbe da chiedersi dunque se TAP risponde ormai per conto del suo Ministero o se Tap e il Ministero sono ormai lo stesso Ente.
Ad ogni modo nella sua nota (disponibile qui:https://goo.gl/MZmu9v) la multinazionale TAP:
1) AMMETTE UNA PRESENZA “SPORADICA” DELLA POSIDONIA.
Ora prendendo per buone tali affermazioni, questo significa che TAP STA AMMETTENDO DI ESSERE A CONOSCENZA DELLA PRESENZA DELLA PIANTA SUI FONDALI; dunque, a quei luoghi si dovrebbe assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario” quale, appunto, la Posidonia Oceanica (anche se “sporadica”).
2) TAP SOSTIENE DI AVER AGGIORNATO LA MAPPATURA SU SAN FOCA, DUNQUE AMMETTE CHE LA CARTOGRAFIA USATA ERA SUPERATA.
Tuttavia, a questo punto. allo stesso modo non è indicato da nessuna parte se in altri siti oggetto di esame la Posidonia sia sporadica o a macchie sparse. L’approfondimento non va fatto solo nel tratto che interessa a TAP, ma andrebbe fatto sull’intera costa oggetto dello studio di VIA.
3) TAP SOSTIENE CHE DI FRONTE A SAN BASILIO CI SAREBBE MENO POSIDONIA, MA DALLE SUE STESSE CARTOGRAFIE (che pubblichiamo nell’infografica) RISULTA EVIDENTE IL CONTRARIO.
Insomma basandosi sulla metodologia di punteggi discrezionali e oggettivi e su una cartografia superata QUALCUNO ha potuto o ha voluto pensare ad una località come San Foca (pluripremiata dalla Bandiera Blu e dalle Cinque Vele di Legambiente), come “L’APPRODO NATURALE” o il sito ideale dal punto di vista ambientale, quando su un tratto di costa talmente ampio certamente si potrebbero individuare approdi meno “pregiati”. Tesi che sono disposto a provare in modo oggettivo davanti a qualunque commissione tecnico-scientifica.