CAPURSO (BA). CENTRO RIABILITATIVO PADRE PIO. CONCA: LAVORATORI NON PAGHINO PER BRACCIO DI FERRO TRA ASL E GESTORE
Il consigliere del M5S Mario Conca ha preso parte al Tavolo che si è tenuto questa mattina nella sede del Dipartimento Regionale della Salute in merito alla situazione del centro riabilitativo Padre Pio di Capurso, gestito dalla società GMS, che da anni non riesce a pagare con regolarità gli stipendi ai 160 dipendenti. Al momento i lavoratori sono in arretrato di tre mensilità.
Durante l’incontro il direttore generale della Asl Bari, Vito Montanaro, ha proposto di avvalersi dell’articolo 5 del D.lgs 50/2016, esercitando il potere sostitutivo, per pagare direttamente gli stipendi fino al mese di giugno, così da poter concedere un po’ di tranquillità ai lavoratori e un tempo congruo al Dottor Giovanni Campobasso, e alla struttura regionale, per definire la procedura di cessione di ramo d’azienda o di deaccreditamento. “Mi fa piacere che la ASL abbia proposto di esercitare il potere sostitutivo – spiega Conca – per cui mi sono battuto in Consiglio Regionale durante la discussione sulla legge regionale per le nuove procedure di accreditamento. Purtroppo l’emendamento non era stato approvato a causa del parere negativo del Governo. Una recente sentenza del Consiglio di Stato ha finalmente aperto le porte a questa eventualità, che per me andrebbe utilizzata senza parsimonia”.
La proposta è stata accolta favorevolmente dai sindacati, mentre l’impresa, pur non dichiarandosi contraria, ha preso tempo spiegando di vantare crediti per 1,5 milioni di euro dalla ASL, che ha ribadito che nulla è invece dovuto. Una somma che è tuttora oggetto di giudizio e, grazie alla quale, secondo la società, si potrebbero pagare tutti gli arretrati.
“Si tratta di un braccio di ferro con la ASL di Bari – continua il pentastellato – che non serve a nessuno, tantomeno ai lavoratori costretti da oltre un decennio a protestare per ottenere i salari. La risposta definitiva, ad ogni modo, la conosceremo entro pochi giorni, dopo che la ASL avrà formalizzato la proposta e l’avrà notificata alle organizzazioni sindacali e all’azienda. L’auspicio è che il proprietario del centro riabilitativo Padre Pio, comprenda che non possano essere i lavoratori a pagare per i suoi interessi imprenditoriali e le sue legittime contestazioni alla Asl.”