Agricoltura, Casili: Per il rilancio dell’olivicoltura serve il coinvolgimento dei piccoli imprenditori
“Per rilanciare l’olivicoltura in Salento, attraversata da una crisi senza precedenti, è necessaria una cabina di regia a livello regionale. La mancanza di pianificazione e programmazione ha prodotto il perdurare della crisi del settore olivicolo e da tempo ha azzerato il reddito delle nostre aziende”. Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili.
“Da mesi s’invoca lo sblocco del divieto di reimpianto, una misura così drastica che in questi anni ha tenuto ingessato un territorio intero, impedendogli di gestire una problematica così seria e complessa come la malattia che provoca il disseccamento dei nostri ulivi. Probabilmente – continua il pentastellato – il comitato europeo provvederà in queste ore a togliere il divieto. Una misura da una duplice finalità: quella di dare la possibilità a tanti agricoltori di riprendere le attività e quella di abbassare, dicono gli esperti, la quantità di inoculo del batterio”
Casili ritiene fondamentale per il rilancio del settore olivicolo coinvolgere i piccoli produttori. Le aziende specializzate esclusivamente nel settore olivicolo sono 51.078 (il 77% del totale), di queste 29.880 (pari al 58,5%) hanno una superficie inferiore ad un ettaro, invece quelle con una superficie inferiore a due ettari sono 42.372 (83%) e detengono una superficie complessiva di 33.692 ettari, pari al 36,3% del totale.
“Fino ad oggi – spiega il vicepresidente della V Commissione Ambiente – nessun indennizzo è arrivato alle aziende colpite ed eventuali misure finanziarie saranno destinate solo alle aziende agricole più strutturate, che costituiscono una percentuale minima sul territorio. I piccoli produttori – aggiunge – detengono la quasi totalità della superficie coltivata ad ulivo, corrispondente a 97 mila ettari in provincia di Lecce. È una fetta enorme di territorio che non può essere esclusa dalle misure poste in essere. Inoltre il futuro sarà quello di una convivenza con questa malattia, sperando di poter fare affidamento sulla tanto invocata ricerca a 360 gradi, fino ad oggi richiesta da più parti e non ancora partita”.