Sanità, Assistenza Domiciliare Integrata. Conca: Le ASL devono assicurare anche quella di primo e secondo livello
“Le ASL devono investire per assicurare non solo l’assistenza domiciliare di terzo livello, ma anche quella di primo e secondo livello, a cui attualmente stanno provvedendo i Comuni attraverso il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD)”. A chiederlo è il consigliere del M5S Mario Conca, che denuncia come questa situazione porti ad una diminuzione della spesa sanitaria delle ASL, caricando però la spesa sociale che invece è in capo ai Comuni.
“Una situazione – spiega il pentastellato – che per quest’anno l’Assessorato regionale al Welfare riuscirà a tamponare, ma se non s’interviene a livello di spesa sanitaria presto chi vorrà continuare a ricevere le cure dovrà pagarsi da solo l’assistenza degli Operatori Socio Sanitari (OSS). La soluzione – continua – passa necessariamente dal potenziamento degli organici delle ASL, che vanno implementati con OSS e infermieri, per erogare l’assistenza domiciliare dove serve e nelle ore in cui serve, senza camuffarla da SAD scaricandola sulla già carente spesa sociale dei Comuni e famiglie con la compartecipazione. Una gestione, quella del SAD, che comunque andrebbe rivista, anche commissariando alcuni Uffici di Piano, per quello di Altamura l’ho già chiesto due volte, che si occupano dell’attuazione degli interventi socio assistenziali. Spesso infatti – aggiunge il consigliere cinquestelle – le cooperative a cui è affidato il servizio, e che non vengono per nulla monitorate, non riescono a dare la giusta risposta al fabbisogno assistenziale”.
Il consigliere cinquestelle torna poi a sollecitare Innovapuglia a pubblicare il bando per la formazione degli Operatori Socio Sanitari, per cui l’estate scorsa furono stanziati 10 milioni di euro, figure di cui c’e assoluta carenza in tutti gli ospedali pugliesi, distretti e ambiti territoriali.
“Aspettiamo ancora che vengano riviste le piante organiche – incalza Conca – e nel frattempo gli infermieri vengono demansionati ai sensi dell’articolo 49 del codice di comportamento. Non si può andare avanti così, la spesa sanitaria – conclude – si deve ridurre tagliando gli sprechi, non togliendo servizi ai cittadini”.