Bari, box di edilizia residenziale pubblica in condizioni di degrado. M5S: “L’Arca non ha rispettato il cronoprogramma per garantirne l’agibilità
“Nonostante le rassicurazioni dell’Arca Puglia che ci aveva garantito l’agibilità dei box degli alloggi popolari di Mungivacca entro il 31 luglio, niente è cambiato rispetto allo scorso anno e i lavori non risultano neppure essere stati avviati”. Lo dichiarano la consigliera regionale del M5S Antonella Laricchia e la Consigliera del Municipio II di Bari Alessandra Simone, che già a dicembre dello scorso anno avevano denunciato la grave situazione di abbandono e di degrado dei box di pertinenza dell’edilizia residenziale pubblica.
I locali sono stati realizzati nel quartiere Mungivacca di Bari, in seguito al contratto per la riqualificazione del 2004 e ad oggi risultano ancora non assegnati e restano chiusi e non fruibili ai residenti. In seguito al sopralluogo effettuato l’08/03/2018 dai tecnici dell’Arca sono state rilevate le condizioni dell’autorimessa e dei 40 box, nonché degli impianti antincendio, di raccolta delle acque, degli ascensori, e di illuminazione ed è stato disposto un intervento che prevedeva la realizzazione di un progetto esecutivo relativo ai lavori di riqualificazione dei locali
“Il cronoprogramma inviatoci stabiliva – spiegano le consigliere Laricchia e Simone – entro il 30 giugno 2018 il completamento delle procedure per l’assegnazione dei 23 box agli inquilini degli alloggi popolari ed entro il 31 luglio 2018 l’ultimazione dei lavori per il ripristino delle condizioni di agibilità dei locali; entro il termine del 30 settembre 2018 era stata fissata invece la proposta di acquisto dei restanti 17 box in favore di coloro che hanno riscattato gli alloggi e la stipula dei contratti di locazione. Abbiamo chiesto chiarimenti perchè vogliamo conoscere i motivi per i quali non si è rispettato il cronoprogramma e chiederne, a questo punto, uno nuovo, visto che sarà impossibile poter usufruire dei box da ottobre. I residenti di Mungivacca – concludono – che attendono da più di 10 anni l’assegnazione dei locali o la loro eventuale acquisizione, si sentono ancora una volta abbandonati e temono che la rimessa diventi nuovamente un luogo di ritrovo per ignoti e di abbandono di rifiuti”.