Bari, paziente oncologica attende otto mesi per una PET.  Conca: Emiliano si preoccupi delle liste d’attesa, non della sua poltrona

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Non è possibile che una cittadina che in tre mesi ha già subìto mastectomia, linfoadenectomia ascellare e chemioterapia, debba attendere otto mesi per una PET per un sospetto addensamento polmonare in carcinoma mammario. Lo denuncia il consigliere del M5S Mario Conca, che da giorni segue la vicenda della donna. La signora, residente a Valenzano, dovrebbe attendere otto mesi per un esame diagnostico nel reparto di  medicina nucleare del policlinico, l’unico della zona. L’alternativa sarebbe andare a Napoli in mobilità passiva, attendere tre mesi per il Dimiccoli di Barletta oppure in massimo 10 giorni, pagando circa 1600 euro,  farla in intramoenia o in studio privato.

 

Emilianocontinua Conca –  invece di preoccuparsi  dei complotti interni alla sinistra che mettono a rischio la sua poltrona, dovrebbe occuparsi della riduzione delle liste d’attesa. Nell’ultimo Consiglio aveva promesso una delibera di giunta, che ancora tarda ad arrivare. Aveva anche preso l’impegno di verificare l’eventuale conflitto di interessi al Policlinico, ma ancora una volta niente è stato fatto. È grave che in alcuni casi l’esame in  intramoenia sia suggerito dagli stessi medici che nel pubblico l’hanno negato in regime istituzionale ed in tempo utile. Per questi motivi non ho mai avuto dubbi, la libera professione va abolita, è assolutamente immorale. Per certe patologie non può esserci lista d’attesa ma andrebbero gestite ad horas ed evase in pochi giorni. Un tumore in otto mesi può averti ucciso e sepolto”.

Conca ricorda che da un anno  si attende la discussione della sua interrogazione sull’applicazione di quanto previsto dal decreto legislativo 124 del 1998 che stabilisce che i cittadini costretti a richiedere prestazioni sanitarie in regime di intramoenia, a causa dei tempi di attesa troppo lunghi nel pubblico, possano essere rimborsati dalle ASL.

Presidente Emilianoconcludecome mai per negare gli extra lea per le malattie rare, la fibrosi cistica, l’ittiosi lamellare, il linfedema e tantissime altre patologie, vi appigliate all’articolo 5 del d.lgs 124 e per negare il rimborso delle prestazioni non osservate il comma 13 dell’articolo 3 dello stesso decreto? I due pesi e le due misure colpiscono ancora, avete un libro per riscuotere e l’altro per non pagare. Perchè dopo aver individuato l’IRCSS oncologico come Hub, ora non provvedi a far uniformare la modulistica per richiedere diagnosi, stadiazioni, ristadiazioni e altro? Oggi è una beffa, per cercare il primo posto utile per scongiurare la l’aggravamento o la morte dell’assistito, ogni ospedale pretende la compilazione di un suo modulo e l’invio via fax che è stato superato da anni. Organizzazione, Semplificazione e Umanizzazione delle cure cercasi!”