Bosco Serra dei Cianci. Casili: Con la nuova perimetrazione a rischio l’ecosistema dell’oasi
“L’oasi Bosco Serra dei Cianci, nei territori di Specchia e Alessano, è un gioiello naturalistico del Basso Salento, il cui ecosistema rischia di essere alterato dalla definizione della nuova perimetrazione che la amplia di 38 ettari. Per questo, voglio sapere sulla base di quali motivazioni e valutazioni di carattere ecologico, ambientale e naturalistico sia stata definita la nuova perimetrazione dell’Oasi”. Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili, che ha presentato un’interrogazione indirizzata all’assesorato all’Agricoltura sulla nuova proposta di Piano Faunistico Venatorio Regionale 2018-2023, adottata dalla Giunta regionale, che prevede la modifica della perimetrazione dell’Oasi Bosco Serra dei Cianci.
“In realtà – continua Casili – come si evince dagli elaborati cartografici, non è un semplice ampliamento dell’oasi esistente, bensì la quasi completa traslazione dell’area in una zona che non ha caratteristiche tali da garantire il conseguimento delle finalità proprie dell’istituto dell’Oasi di protezione. La cartografia allegata al Piano adottato in origine non permetteva una adeguata analisi della perimetrazione dell’Oasi, da qui i sospetti che si voglia cancellare un’area avente un rilevante valore naturalistico a favore dell’attività faunistica, per istituirne un’altra con gravi carenze.”
“Nel procedimento di Valutazione Ambientale Strategica – denuncia il consigliere – è stata parzialmente accolta un’osservazione presentata da Italcaccia in base alla quale è stato ridefinito il perimetro dell’area, pertanto la perimetrazione contenuta nella nuova proposta di Piano non ricomprende più il Sic nel perimetro dell’Oasi. La conseguenza è che sarà possibile esercitare l’attività venatoria proprio nell’area Sic, ma l’esistenza dell’istituto dell’Oasi ha senso proprio perché assicura forme di maggiore tutela per la fauna che vi sosta, essendo vietata ogni forma di esercizio venatorio e ogni altro atto che rechi danno alla fauna selvatica. Inoltre – sottolinea Casili – è irragionevole sostenere che la modifica dell’Oasi sia stata necessaria per contrastare una presunta attività di bracconaggio, come dichiara Italcaccia. Non si contrasta il bracconaggio con l’apertura della caccia in aree normalmente sottoposte a tutela, soprattutto se di rilevante valore ecologico e naturalistico come l’oasi Bosco Serra dei Cianci, particolarmente idonea al rifugio e alla sosta della fauna migratoria. Non ultimo: dalla riperimetrazione si evince non solo che l’Oasi non comprenderà più il territorio del Sic ma che, addirittura, interesserà aree fortemente antropizzate, a ridosso della Ss 275, dove insistono attività industriali, artigianali e commerciali, strutture ricettive e residenziali, con forte presenza di fonti acustiche e luminose, diurne e notturne, assolutamente inidonee a favorire la sosta e il rifugio della fauna selvatica. Per queste ragioni – conclude Casili – ho presentato un’interrogazione, in cui chiedo di conoscere sulla base di quali motivazioni e valutazioni di carattere ecologico, ambientale e naturalistico sia stata definita la nuova perimetrazione dell’Oasi Bosco Serra dei Cianci. Chiedo anche di rivedere, prima della definitiva approvazione del Piano Faunistico Venatorio 2018-2023, la perimetrazione definita nella nuova proposta di Piano, per garantire che l’Oasi contribuisca a conseguire le finalità e gli obiettivi propri dell’istituto di protezione, che mal si conciliano con la presenza di aree urbanizzate”.