
Piano Faunistico Venatorio regionale. Casili: Prima della definitiva approvazione riperimetrare l’Oasi Bosco Serra dei Cianci ricomprendendo il territorio del SIC
Nel corso dell’esame in II Commissione della delibera di Giunta che prende atto del parere motivato sulla VAS del Piano Faunistico Venatorio Regionale 2018-2023 ho ribadito la necessità di rivedere, prima della definitiva approvazione del Piano, la cartografia relativa alla perimetrazione dell’area dell’Oasi Bosco Serra dei Cianci, al fine di garantire che nell’Oasi sia ricompreso il territorio del SIC, riducendo l’incidenza delle aree urbanizzate, in modo da salvaguardarne l’ecosistema . L’assessore da parte sua ha confermato l’impegno di eliminare i disallineamenti tra quanto dichiarato negli atti più recenti e le cartografie allegate al Piano.” Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili a margine della seduta della II Commissione.
L’Oasi Bosco Serra dei Cianci di Alessano-Specchia fu istituita col Piano faunistico venatorio 2009-2014, anche in virtù della presenza del SIC “Bosco Serra dei Cianci”. L’area del SIC presenta sia un’alta valenza ecologica e naturalistica, essendo particolarmente idonea al rifugio e alla sosta della fauna migratoria, sia culturale e paesaggistica per la presenza del percorso dei Sentieri della Pace, del tracciato delle Vie Francigene che in quel tratto prendono il nome di Serre dei Peccatori e del Monastero delle Clarisse.
“Mi ero già occupato della questione nella scorsa legislatura – continua Casili -e oggi ho evidenziato come nella proposta di Piano Faunistico Venatorio Regionale 2018-2023 allegata alla delibera in esame, la cartografia relativa alla perimetrazione dell’Oasi di Protezione ‘Bosco Serra dei Cianci’ continui ad escludere il SIC, comprendendo, invece, un’area a ridosso della SS 275 caratterizzata da insediamenti produttivi, artigianali, commerciali, ricettivi e abitativi, assolutamente inidonea a favorire la sosta e il rifugio della fauna selvatica. Gli elaborati cartografici sembrano quindi contraddittori rispetto a quanto riportato nella parte istruttoria della Delibera di Giunta in cui, a seguito delle valutazioni effettuate, si evince la decisione della Sezione regionale competente di confermare la perimetrazione originaria riportata nel Piano attualmente vigente che include il SIC. L’istituto dell’Oasi di Protezione, infatti, assicura forme di maggiore tutela per la fauna che vi sosta rispetto al SIC, essendo vietata ogni forma di esercizio venatorio e ogni altro atto che rechi danno alla fauna selvatica. Ho anche suggerito all’Assessore di valutare l’opportunità di considerare l’impatto della Xylella fastidiosa nel calcolo del territorio agro-silvo-pastorale (TASP), ai fini della individuazione delle aree inidonee alla sosta, riproduzione e rifugio della fauna selvatica. Le aree boscate costituite da ulivi rappresentano, infatti, importanti habitat per alcune specie protette. Per questo ritengo fondamentale considerare l’incidenza della Xyllella sulla riduzione della superficie forestale, in modo da limitare la pressione venatoria nelle aree in cui gli habitat si sono ridotti o modificati a causa dell’incidenza della fitopatia e dei conseguenti interventi fitosanitari. Ho, inoltre, suggerito di definire nel Piano azioni di miglioramento della qualità paesaggistica, naturalistica ed ecologica dei territori danneggiati dal disseccamento, al fine di ricostituire gli habitat propri delle specie di fauna selvatica che sostano e trovano rifugio nelle superfici olivetate. Infine, ho chiesto un chiarimento sulle valutazioni che hanno condotto alla nuova riperimetrazione degli ATC, che non sembrano definiti su base sub-provinciale, come previsto dalla normativa che, come confermato dalla Corte Costituzionale, collega la ripartizione territoriale in ambiti di dimensioni sub-provinciali alla finalità di realizzare uno stretto vincolo tra il cacciatore ed il territorio, valorizzando il ruolo della comunità che lì è insediata e che è chiamata ad occuparsi delle risorse faunistiche”.