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Rifiuti

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Il modello di governance dei rifiuti, definito da Emiliano nel 2016, si è rivelato totalmente fallimentare. A pochi mesi dalla fine della legislatura, Emiliano, l’assessorato all’Ambiente e l’AGER non sono stati in grado di assicurare efficienza ed economicità nella gestione dei rifiuti. Un Piano che, pur recependo i principi dell’economia circolare, appare fortemente inadatto a conseguire elevati obiettivi di raccolta differenziata e a chiudere il ciclo dei rifiuti. La prima criticità è proprio il poco ambizioso obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro il 2020, che avremmo dovuto raggiungere già nel 2012 ma che a causa di chi ha amministrato la Regione negli ultimi anni, purtroppo appare drammaticamente realistico, con la conseguenza di condannare i cittadini ai continui aumenti dell’ecotassa (ricordiamo infatti che la nuova determinazione dell’ecotassa prevede un’addizionale del 20% per i comuni che non raggiungono il 65% di raccolta differenziata). Inoltre, il piano disattende la gerarchia dei rifiuti, come dimostra la proposta di nuovi impianti per la produzione di CSS e il contestuale impiego a fini energetici, senza minimamente puntare sul recupero di materia. Infine, sottolineiamo la scarsa importanza che il piano assegna alle azioni finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti che non vengono adeguatamente sostenute da strutturali azioni volte a garantire la piena operatività del programma regionale di prevenzione dei rifiuti. 

Nel nostro programma, vogliamo raggiungere importanti percentuali di RD nel più breve tempo possibile  (pari ad almeno il 75% entro il 2025) e per sviluppare iniziative di riduzione della produzione dei rifiuti, definendo fin da subito una exit strategy dalle discariche e dalle pratiche di combustione e co-combustione dei rifiuti. 

Mentre il modello di governance proposto dalla Giunta è basato su una eccessiva centralizzazione delle decisioni e su una gestione impiantistica incapace di assicurare il principio di prossimità, il modello da noi proposto è decentrato al fine di favorire la chiusura del ciclo in ambito provinciale e aumentare le possibilità di controllo sociale da parte dei cittadini. Con riferimento alla gestione della forsu, mentre il piano intende coprire il fabbisogno impiantistico con grandi impianti anaerobici fortemente impattanti, noi proponiamo la realizzazione di piccoli impianti aerobici diffusi sul territorio per coprire le aree attualmente non servite sulla base del principio di prossimità e tenendo anche conto di fattori come la densità abitativa e i flussi turistici. Per la gestione del rifiuto indifferenziato intendiamo rispettare la gerarchia dei rifiuti considerando il recupero di materia come sovraordinato rispetto al recupero energetico, contrariamente al piano che punta sul recupero energetico. Per le frazioni differenziate, mentre dal Piano non emerge l’ultimo e più importante passaggio della filiera ovvero l’effettivo recupero e riciclo, intendiamo favorire la creazione delle fasi di raffinazione – valorizzazione – trasformazione in materia prima seconda, garantendo la tracciabilità  del rifiuto da recuperare. Per le frazioni differenziate intendiamo garantire la realizzazione di tutta la filiera del riciclo, che attualmente si ferma solo alla fase della selezione, e garantire la tracciabilità del rifiuto da recuperare. Infatti, mentre dal Piano non emerge l’ultimo e più importante passaggio della filiera ovvero l’effettivo recupero e riciclo, intendiamo favorire la creazione delle fasi di raffinazione – valorizzazione – trasformazione in materia prima seconda. Per le discariche intendiamo definire una exit strategy dai privati e per tutte le scelte impiantistiche riteniamo indispensabile una programmazione definita e certa, per evitare il ripetersi di situazioni emergenziali.


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